Pesce spada a bolentino col vivo

Le uscite di pesca più emozionanti sono quelle inaspettate, che ti colgono all’improvviso e alla sprovvista, magari dopo un lungo periodo di fermo, dovuto al Covid.

Questo è ciò che è accaduto a Stefano Adami, nella sua prima uscita dopo il primo lockdown.

Un’uscita organizzata all’ultimo con gli amici, per riassaporare il mare, per ritornare lentamente alle vecchie e buone abitudini e per testare nuovi prodotti, pensati e  realizzati durante la clausura. Così prende il via una giornata di pesca, che sarebbe potuta essere come tante altre, magari con pochi colpi di scena, forse con un temuto cappotto, ma in calma e serenità a contatto con il mare.

Si prepara la borsa, si assemblano terminali, si scelgono gli ami giusti, ma tra il solito materiale oggi c’è una “new entry”, un nuovo prototipo di canna “Lagherta” ideata da Stefano Adami e forgiata dalle abili mani italiane di Artico.

Il nome fa presagire imprese leggendarie e infatti il suo battesimo non ha deluso le aspettative.

Il gommone prende il largo fuori dal porto di Genova; in una limpida giornata primaverile, dove nell’aria si percepiscono i profumi dei pollini misti a salsedine, il verde degli ulivi, si incastra tra l’azzurro del cielo e il blu del mare e solo il rombo del motore e lo sciabordio delle onde contro la carena fanno da sottofondo.

Arrivati sul posto, tra risate e chiacchiere, il nostro zio prepara il tutto con un’idea ben precisa in testa: “oggi facciamo i San Pietro” da mangiare tutti insieme.

Neanche il tempo di dichiararlo che la lenza scende in profondità, per poco tempo rimane lì a fluttuare nell’acqua con uno sgombro appeso a far da esca, quando all’improvviso la canna si piega con grande forza mentre il filo nel mulinello inizia a sfilarsi a gran velocità, emettendo il classico suono, tanto amato da noi pescatori.

Da subito il nostro zio e i suoi amici argonauti capiscono che non può trattarsi di un semplice San Pietro, la forza è tanta, Stefano con la canna ben salda tra le mani forse ha già capito di quale animale possa trattarsi, ma non ha il coraggio di dirlo…finchè davanti ai loro occhi, ad una distanza di circa 30 metri un grosso spada compie un balzo fuori dall’acqua, tra la sorpresa e l’eccitazione di tutti.

Che sia a base di spada la cena anziché di San Pietro!?!?!

In quello stesso istante lo zio realizza di avere un terminale dello 0,43, montato su una canna che prova per la prima volta e che non sa come potrà reagire.

La tensione è tanta, l’adrenalina sale, ma lo zio rimane concentrato, lucido e inizia un combattimento tesissimo con la sua preda. Un testa a testa che va avanti tra varie riprese, dove a volte è il pesce ad avere la meglio, che con tutta la sua forza cerca di liberarsi; ad ogni suo tentativo di fuga la canna si piega sempre di più facendo battere tutti i cuori sulla barca all’unisono…Ma Lagherta da buona guerriera resiste: si piega eccome se si piega…ma non cede. Stefano Adami mantiene sempre il controllo della situazione, con pazienza e forza riesce a portare il pesce spada sotto barca….finalmente riescono a vederlo, a pochi metri sotto il livello dell’acqua, i raggi del sole lo colpiscono e mettono in risalto i suoi splendidi colori bronzei…

In barca l’emozione è tanta, c’è a chi brillano gli occhi e non solo per il sole…con le poche forze che gli sono rimaste, il pesce tenta un’ultima fuga, ma dopo quasi un’ora di combattimento l’animale è sfinito, in realtà lo è anche lo zio……ma con un ultimo sforzo lo riprende e lo porta in barca!!!

Questa è la cronistoria di ciò che nel video potrete assaporare in tutto il suo pathos…ma badate bene bellissimi amici ricordate questo nome “Lagherta”…ne sentirete parlare molto di lei….

Pesce spada in canna Stefano Adami
Occhio pesce spada
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